Guida alla scoperta dell'arte di Napoli

Guida alla scoperta dell'arte di Napoli

Napoli non è solo canzuncielle, pizza e pastiera: è una città piena d’arte, di cultura e di tanto simbolismo, spesso celato in angoli inimmaginabili. Tra viuzze, vichi e vicariell si snodano meravigliosi tesori artistici da ammirare durante una passeggiata, magari subito dopo aver gustato l’ottima gastronomia della realtà partenopea – un piatto di spaghetti alla puttanesca e un buon Monteleone o Pietratorcia – per smaltire il lauto pasto.

Il simbolismo di napoli: arte tra sacro e profano
L’arte di Napoli si divide tra sacro e profano: è una città dai due volti, proprio come Giano, il dio bifronte. Il Duomo, con i resti di San Gennaro (il santo patrono) è uno dei luoghi che vale la pena vedere in una visita alla Napoli simbolista. Ma non è tutto: Mercure fornisce alcuni utili suggerimenti per un tour alla ricerca di una Napoli insolita ed emozionante.
1) Il teschio di Lucia
Il Teschio di Lucia si trova in Via dei Tribunali, in un reliquario all’interno dell’ipogeo della Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. Esso è oggetto di venerazione da parte di molti Napoletani: Lucia non è una santa ma è come se lo fosse, e i fedeli sono soliti a lasciare ai piedi della teca reliquiaria dei bigliettini con le loro speranze e preghiere. Si tratta di un culto arcaico ancora in auge nonostante numerosi tentativi di divieto. La leggenda narra che la giovane Lucia sia morta poco prima del matrimonio; non essendo stato consumato il rito dell’unione matrimoniale, il teschio è stato conservato con il velo da sposa.
2) La Cappella Sansevero
Poco distante da piazza San Domenico Maggiore, separata dal palazzo dei principi di Sansevero da un vicolo anticamente sormontato da un ponte sospeso che garantiva l’accesso privato dei principi a questo luogo di culto, si trova la Cappella Sansevero. La cappella, oggi sconsacrata, custodisce capolavori assoluti come il Cristo velato, apprezzato in tutto il mondo per la leggerezza e il realismo del velo marmoreo che sfiora il Cristo morto: un capolavoro a metà strada fra pudicizia e consapevolezza, un‘opera originale e ricca di significati. Il mausoleo è anche un tempio massonico, in cui echeggiano simbologie e allegorie, dove si delineano la grande capacità progettuale e il carisma intellettuale di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, che progettò l'apparato artistico settecentesco della cappella.
3) La via dei pastori
Via San Gregorio Armeno è famosa in tutto il mondo come la prestigiosa via del presepe, dove i mastri artigiani coltivano da secoli l’amore per l’arte presepiale. Qui l’atmosfera natalizia è viva tutto l’anno e in qualsiasi stagione fervono i preparativi per i dinamismi e gli espedienti meccanici della Natività che si festeggerà ogni dicembre. La via dei pastori è una tappa obbligatoria a Napoli non solo per chi si appresta alla costruzione o all’ampliamento del proprio presepe, ma anche per chi fosse curioso di vedere da vicino il forte simbolismo che i Napoletani mettono nei propri presepi, con richiami attuali e antichi ad una dimensione nettamente profana.
4) La Tomba di Dracula
Per chiudere il nostro giro, suggeriamo un luogo poco conosciuto che vive nel cuore di Napoli. Nel chiostro di Santa Maria La Nova, solo nel 2014 fu scoperta una tomba misteriosa e senza nome, che destò l’attenzione degli amanti della letteratura di tutto il mondo. Gli studiosi Raffaello e Giandomenico Glinni guidarono le attività di ricerca fino a giungere all’ipotesi che il sarcofago celasse le spoglie di Vlad III l’Impalatore, principe di Valacchia, a cui lo scrittore Bram Stoker si ispirò per creare la celebre figura del Conte Dracula. L’ipotesi si basa sulle decorazioni della tomba, motivi tradizionali e stemmi che conducono direttamente al principe Vlad. Inoltre, una leggenda narra che i nemici del Principe l’avessero catturato vivo per chiedere un riscatto alla figlia Maria, la quale aveva sposato un alto funzionario della corte napoletana. Dopo essere stato liberato, il Principe avrebbe trascorso alcuni anni in esilio a Napoli, dove sarebbe morto di vecchiaia e poi sepolto.
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