Le prime notizie sull’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia si hanno intorno all’anno mille, nei racconti di un monaco che preparò una bottiglietta d’argento, oggi di vetro a forma di tulipano rovesciato e chiusa con il sigillo in ceralacca, piena del prezioso liquido per Enrico III, l’imperatore di Germania.
L’elisir scuro e profumato era utilizzato come medicamento per le doglie del parto e per i morsi di serpente, come medicina per i problemi alle vie respiratorie e anche come afrodisiaco.
Durante il Rinascimento, sulle tavole dei duchi d’Este, l’aceto compare in veste di condimento per esaltare il sapore della carne, del pesce, delle verdure e anche dei dolci. Il Consorzio per la Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia ha stilato anche alcune regole per il suo utilizzo e individuato alcuni errori da non fare: utilizzarlo ad alta temperatura, in grande quantità e con i cibi forti.
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